sabato 28 febbraio 2009

WELLNESS PSICO FISICO

di Maurizio Mancini


Salute, benessere psicofisico ed efficienza fisica

wellness psico fisico



Nella sua espressione più moderna, «la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale». Il benessere psicofisico fa quindi parte integrante del concetto di salute. Di conseguenza questa comprende tutta una varietà, una gamma di stati fisici, che vanno dall'obiettivo ideale del benessere più completo, il quale rappresenta un estremo, fino all'altro estremo, che è la morte.

Fra questi due estremi lo stato di salute dell'individuo, pur rimanendo entro i limiti segnati dalle sue caratteristiche genetiche, fluttua in funzione dei numerosi fattori ambientali cui l'uomo è esposto, ma anche in funzione della sua professione, dei suoi rapporti sociali e, infine, del suo modo di vivere e delle sue caratteristiche comportamentali. E' proprio su questi ultimi fattori che si inserisce il concetto di fitness e di forma fisica essenziale per la salute.

Secondo questa concezione di ciò che si deve intendere per "salute", la "forma", cioè la condizione fisica, costituisce evidentemente una componente importante e integrante della salute dell'individuo. Essa influisce in modo determinante sulla "qualità" della sua vita, in quanto può essere fonte di benessere e di serenità.

Innumerevoli sono le definizioni di ciò che si intende per "vita qualitativamente soddisfacente", e descriverle in termini concreti può risultare difficile: però talune delle premesse essenziali perché la vita sia "qualitativamente soddisfacente" presuppongono implicitamente un buon livello di benessere fisico, di equilibrio mentale e di adattabilità sociale.

Conseguire questi risultati può rivelarsi più difficile che non, più semplicemente, prevenire l'insorgere di malattie. In una buona forma fisica è insita la capacità di compiere diversi generi di esercizi muscolari. Non tutte queste capacità sono importanti agli effetti della salute, nel senso che, facendone buon uso, si possa essere certi di raggiungere quella forma fisica che ci salvaguardi dalle malattie. Rimane però il fatto che, per godere pienamente della vita, è essenziale mantenersi in condizioni ottimali per ciò che riguarda le funzioni cardiovascolari, muscolari e di efficienza dell'apparato locomotore, nonché di molte altre funzioni del nostro organismo.

Queste condizioni di efficienza organica non si possono né conseguire né conservare, da sole: bisogna conquistarsele con la pratica costante e regolare dell'attività fisica. Ne consegue che la buona salute organica e l'efficienza motoria sono i due lati di una stessa medaglia, e che sarebbe assurdo considerarle separatamente; questo potrebbe avere senso solo come interesse accademico, ma non certo pratico.

mercoledì 25 febbraio 2009

ENERGIA PERSONALE-IL GENERATORE

Una semplice tecnica per attingere a più energia e motivazione quando occorre o si desidera


Entra in GIARDINO


Quando sei pronto lascia che la tua mente trovi negli archivi della tua memoria una tua esperienza che ti ha trasmesso molto piacere e carica fisica. Qualcosa che quando l’hai vissuta, anche se per poco tempo, hai esclamato qualcosa tipo .”Ce l’ho fatta!“, oppure “E vaiiii” od anche “Siiiiiii!” (ripeto: qualsiasi esperienza) :-)purché sia una esperienza ecologica (cioè non fa male ne a te ne agli altri) e comprenda e coinvolga i tuoi canali visivo, auditivo e cinestetico.
Se credi di non avere questo tipo di esperienza, costruiscitela con l’immaginazione del tipo: “Stai per lanciarti da un ponte attaccato ad una corda elastica”. Oppure stai per fare un lancio con un paracadute dall’aereo ed immaginati di farlo partecipando veramente (ricorda, per la mente è tutto vero). L’importante è che tu scelga una situazione che ti dia quanta più carica ed intensità possibile coinvolgendo quanti più sensi possibili (questo è il vero segreto di moltissime tecniche che funzionano)

Guarda bene questa scena ed associati, mettiti dentro la scena pensando che stai aumentando l’intensità velocemente fino al tuo massimo (puoi stabilire un tuo valore numerico che definisca il limite tuo massimo e raggiungilo…e superalo fino a quando puoi)

Alzati in piedi e pur mantenendo ancora gli occhi chiusi, assorbi tutte le emozioni positive, le scariche di adrenalina che scorrono nel tuo corpo e proporzionalmente all’intensità che provi, stringi due dita, polpastrello contro polpastrello mantendo questa tenzione per qualche secondo e mentre stringi le dita ripetiti la tua parola di potenza, quella che ti viene spontanea quando raggiungi un otimo stato di benessere psicofisico.

Rilascia le dita, apri gli occhi guardando per qualche secondo dei punti chiari intorno a te (una parete, il soffitto, ecc) e mentre stai facendo questo fatti un apprezzamento con una parola per te significativa, tipo “Bravo/a; Ok; Bene; Ottimo e nota che nella tua mente e nel tuo corpo è avvenuto un deciso miglioramento.

Ripeti il ciclo diverse volte, (fino anche a 10 volte), esagerando nell’interpretazione ed associazione positiva all’evento rappresentato. Più intensamente effettuerai l’esercizio più efficace diventa.

Alla fine dei cicli, quando ti senti soddisfatto, esci dal Giardino

Da questo momento quando lo vorrai, puoi usufruire del “generatore” di energia personale, stringendo le dita, le stesse dell’esercizio con la stessa intensità e ripetendoti la stessa parola.

Questo gesto diventerà un interruttore che attiverà uno status di energia e benessere.
Nel tempo, ripetendolo, diventerà sempre più veloce ed efficace.

Così facendo hai creato un’associazione.

Tutto in questo esercizio è collegato. Nei seminari che tengo, inserisco il Firewalking, la pirobazia, anche per creare un’esperienza potente a cui poter attingere ogni volta che le persone rifanno il gesto, si ripetono la “parola di potenza” e vedono (nella mente) la scena. L’emozione in questo caso è molto forte e condensata in pochissimi secondi, in quanto si deve affrontare qualcosa che a livello molto profondo ha a che fare con ataviche memorie: il fuoco. Ecco perché l’esercizio “funzioni” al massimo è importante che tu riviva nella mente un’esperienza forte.

Oppure puoi costruirti o intensificare ancora di più il tuo “Generatore di energia personale” ogni volta che vivi una esperienza forte e positiva. Nel momento culmine…zac…stringi le dita,un respiro profondo e via. Diventa un riflesso condizionato: ogni volta che fai il gesto riporti nella mente e nel corpo, le emozioni (memorie)collegate.

ComPrendi quanto è importante tutto questo? A quali applicazioni ti può portare? Che si possono istaurare “interruttori” per tante cose..compreso la nostra persona nei confronti degli altri?

Per adesso fermiamoci qui! Prendi il tuo “Quaderno Personale” e riporta le tue considerazioni”

Queste conoscenze mi hanno insegnato che…

Passaggi chiave: Condizionamenti - Ancoraggio - Associazione - Riflesso condizionato - Emozioni - Razionalità - Ripetitività - ………………………..

venerdì 13 febbraio 2009

MOTIVAZIONE - WIKIPEDIA

La motivazione è l'espressione dei motivi che inducono un individuo a una determinata azione. Da un punto di vista psicologico può essere definita come l'insieme dei fattori dinamici aventi una data origine che spingono il comportamento di un individuo verso una data meta; ogni atto che viene fatto senza motivazioni rischia di fallire.

La motivazione svolge fondamentalmente due funzioni: attivare e orientare comportamenti specifici. Nel primo caso si fa riferimento alla componente energetica di attivazione della motivazione. Nel secondo caso si fa riferimento alla componente direzionale di orientamento.

Indice
1 Alcune classificazioni
1.1 La motivazione estrinseca
1.2 La motivazione intrinseca
1.3 L'orientamento motivazionale
2 Le teorie
2.1 La teoria pulsionale biologica
2.2 La teoria freudiana delle pulsioni
2.3 La piramide dei Bisogni di Abraham Maslow
3 Le motivazioni cognitive e secondarie
4 Voci correlate



Alcune classificazioni
È possibile fare una prima distinzione tra motivazioni biologiche, innate, che fanno riferimento a elementi fisiologici, ed elementi motivazionali di tipo psicologico-cognitivo, il cui dispiegamento è avvenuto durante l'esperienza. Il meccanismo motivazionale si esplica come continuo interagire di questi due elementi. Un'altra distinzione fondamentale avviene attraverso il concetto di motivazione intrinseca, o motivo, non sempre o pienamente consapevole alla coscienza del soggetto, e motivazione estrinseca, quella che il soggetto dichiara verbalmente.

Per motivazione si intende uno stato interno che attiva, dirige e mantiene nel tempo il comportamento di un individuo. La motivazione è un concetto molto ampio che viene suddiviso in tre filoni principali: la motivazione estrinseca, la motivazione intrinseca e l'orientamento motivazionale.


La motivazione estrinseca
La motivazione estrinseca avviene quando un alunno si impegna in un'attività per scopi che sono estrinseci all'attività stessa, quali, ad esempio, ricevere lodi, riconoscimenti, buoni voti o per evitare situazioni spiacevoli, quali un castigo o una brutta figura.


La motivazione intrinseca
La motivazione intrinseca, al contrario, avviene quando un alunno si impegna in un'attività perché la trova stimolante e gratificante di per se stessa, e prova soddisfazione nel sentirsi sempre più competente. La motivazione intrinseca è basata sulla curiosità, che viene attivata quando un individuo incontra caratteristiche ambientali strane, sorprendenti, nuove; in tale situazione la persona sperimenta incertezza, conflitto concettuale e sente il bisogno di esplorare l'ambiente alla ricerca di nuove informazioni e soluzioni. Importante per la motivazione intrinseca è, inoltre, la padronanza, cioè il bisogno di sentirsi sempre più competenti (come sopra accennato).


L'orientamento motivazionale
L'orientamento motivazionale, infine, sta a sottolineare l'evolversi degli studi: dal termine "motivazione" si è giunti a valutare "orientamento motivazionale" come più appropriato, in quanto, secondo l'approccio cognitivista, un alunno costruisce attivamente il suo orientamento motivazionale. Ciò avviene grazie alla rappresentazione degli obiettivi che l'alunno stesso vuole raggiungere o evitare; l'alunno percepisce i propri mezzi e limiti, attraverso la stima di sé, e l'attribuzione causale, cioè attribuire i propri successi/insuccessi a cause interne/esterne, stabili/instabili, controllabili/incontrollabili. (dove per interne-stabili-controllabili si intendono abilità-impegno-uso di strategie appropriate / per esterne-instabili-incontrollabili si intendono fortuna-malessere temporaneo-attività troppo difficile-pregiudizi altrui).


Le teorie [modifica]
Numerose teorie trattano l'argomento della motivazione mettendo l'accento su componenti diverse ed approfondendo aspetti diversi del complesso costrutto di motivazione.


La teoria pulsionale biologica
Alla base di questa teoria è il concetto di bisogno, da cui derivano necessità fisiologiche. Tali bisogni "scattano" quanto i segnali superano uno specifico livello di attenzione. Inoltre il bisogno è interpretato dall'organismo esclusivamente in chiave deprivazionale, ossia scatta quando non è soddisfatto.

La teoria pulsionale spiega allora le variazioni della motivazione secondo un modello circolare delle seguenti fasi: stato di bisogno, soddisfazione, latenza, stato di bisogno e così via. La motivazione è qui intesa come un meccanismo omeostatico, ossia come un processo psichico di tipo automatico che influenza la condotta per spingere verso un determinato oggetto. La teoria pulsionale biologica è adottata come piattaforma concettuale per tutte le motivazioni di tipo primario e fisiologico.


La teoria freudiana delle pulsioni
Sigmund Freud introduce il concetto di pulsione definendola come un istinto con una origine, uno scopo, e un oggetto attraverso cui avviene la sua scarica. Utilizzando come punto di partenza un modello omeostatico della motivazione, il padre della psicoanalisi utilizza il concetto di pulsione per spiegare anche le dinamiche proprie dell'inconscio oltre che gli stati fisiologici essenziali dell'organismo, identificando due istinti o pulsioni di base, una legata alla sopravvivenza e alla sfera sessuale, un'altra alla morte e alla distruttività.

Il passaggio nella sfera cognitivo-sociale della teoria motivazionale di Freud avviene nell'idea che gli uomini, non potendo disporre dell'oggetto appropriato, soddisfano le proprie pulsioni con una sostituzione di oggetto, più o meno socialmente accettata. Attraverso questo meccanismo, detto di sublimazione, viene identificato lo stesso apparato concettuale per spiegare il perché delle condotte sociali e relazioni, riconducendole agli istinti riconosciuti da Freud.

È riconducibile a questo approccio, un elevato grado di prescrittività delle pulsioni freudiane, dette appunto istinti, anche se l'oggetto attraverso cui avviene la scarica varia con il progredire dello sviluppo.




La piramide dei Bisogni di Abraham Maslow
La piramide dei bisogni concepita nel 1954 da MaslowUna teoria che incentra il costrutto di motivazione come base dello sviluppo individuale è la piramide dei bisogni di Abraham Maslow, che identifica sei fasi di crescita, successive e consecutive, tutte incentrate su bisogni dal più semplice (legato all'aspetto fisiologico) al più complesso (legato all'autorealizzazione):






Bisogni fisiologici, la prima motivazione sviluppata, legati agli stati fisici necessari per vivere ed evitare il disagio (acqua, cibo,urina,feci, igiene)
Bisogni di sicurezza, si manifestano solo dopo aver soddisfatto i bisogni fisiologici, e constano della ricerca di contatto e protezione.
Bisogni di appartenenza, desiderio di far parte di un'estesa unità sociale (famiglia, gruppo amicale), che nasce solo dopo aver soddisfatto i bisogni di sicurezza.
Bisogni di stima, esigenza di avere dai partner dell'interazione un riscontro sul proprio apporto e sul proprio contributo, si attiva solo dopo aver soddisfatto i bisogni interpersonali.
Bisogni di indipendenza, esigenza di autonomia, realizzazione e completezza del proprio contributo, si attiva solo dopo aver soddisfatto i bisogni di stima.
Bisogni di autorealizzazione, bisogno di superare i propri limiti e collocarsi entro una prospettiva super-individuale, essere partecipe col mondo.
Un bisogno insoddisfatto, concentra le energie motivazionali entro condotte atte a soddisfare quel bisogno, non accedendo ai bisogni superiori nella scala.

Tra le fasi ora descritte, nel modello originale del 1954, non compare il bisogno di indipendenza, come mostra l'immagine.

Dal punto di vista operativo di applicazione del concetto di motivazione in un'ottica di valutazione, il modello di Maslow permette di definire in maniera esaustiva le fasi di sviluppo proprie dei contenuti motivazionali, ma ne rende poco attendibile la misura.


Le motivazioni cognitive e secondarie
Questo secondo livello delle motivazioni riguarda gli aspetti che muovono il comportamento umano verso condotte di tipo sociale, e, dal punto di vista dello studio, vengono spesso ricondotte a variabili di tipo cognitivo-affettivo.

David McClelland identifica 3 motivazioni fondamentali:

Il bisogno del successo (o della riuscita) rispecchia il desiderio di successo e la paura per il fallimento.
Il bisogno di appartenenza combina i desideri di protezione e socialità con la paura per il rifiuto da parte di altri.
Il bisogno di potere riflette i desideri di dominio e il timore di dipendenza.
Gli individui differiscono nella forza di ciascuno di tali motivi, inoltre le situazioni variano nel grado in cui sono collegate e incentivano l'uno o l'altro motivo. Un ruolo significativo è attribuito ai processi cognitivi che catalogano gli stimoli in relazione ai motivi, determinando natura e intensità dei vettori motivazionali. I motivi impliciti che spingono all'azione, sono originati dagli incentivi esterni che attivano specifiche reazioni emotive. Successivamente, con l'apprendimento, si sviluppa uno schema cognitivo che organizza queste reazioni emotive in categorie positive e negative, delineando così gli stimoli da ricercare e quelli da allontanare. Con l'esperienza e l'apprendimento, un numero sempre maggiore di situazioni si associa a questi forti incentivi, consolidando il motivo e trasformandolo in motivazione esplicita.

La teoria dei bisogni di base elaborata da McClelland ha posto una pietra miliare per lo studio delle determinanti cognitive della motivazione. In ambito sociale cognitivo molti altri autori hanno sviluppato contributi significativi nell'ambito della motivazione, concentrandosi sia sul versante teorico di identificazione delle proprietà, sia sul versante pragmatico di definizione operativa delle variabili motivazionali

La teoria dell'attribuzione di Weiner si basa sui giudizi retrospettivi circa le cause (interne o esterne) attribuite alle proprie prestazioni. Le persone che attribuiscono i propri successi alle capacità personali, e i propri insuccessi a un impegno insufficiente intraprendono compiti più difficili e persistono nonostante gli insuccessi. Diversamente, chi associa i propri insuccessi a deficit di capacità e i propri successi a fattori situazionali tenderà ad impegnarsi poco, e rinuncerà facilmente alle prime difficoltà.
La teoria aspettativa-valore (J. W. Atkinson, V. H. Vroom, Fishbein e Ajzen), nelle sue diverse formulazioni, lega la motivazione sia all'aspettativa sul verificarsi di determinati risultati, sia all'attrattiva di tali esiti. Ciò che differenzia i vari modelli è il tipo di motivazioni a cui si applica la teoria: per Atkinson (riproponendo la teoria dei bisogni di base di Mclelland) la motivazione al successo, per Ajzen e Fishbein la norma soggettiva, per Vroom la convinzione che il comportamento sia realizzabile con l'impegno.
Le teorie incentrate sugli obiettivi consapevoli. La capacità di porsi obiettivi stimolanti e valutare su di essi le proprie prestazioni rappresenta uno dei meccanismi motivazionali principali. La motivazione espressa mediante il perseguimento di standard stimolanti è stata confermata nell'ambito della ricerca sulla scelta degli obiettivi (vedi teoria del goal setting di Locke e Latham.

giovedì 12 febbraio 2009

DENARO

Il denaro è uno strumento economico, che può assumere le funzioni di: mezzo di scambio unità di conto riferimento per pagamenti dilazionati riserva di valore Il denaro è uno dei principali argomenti studiati in economia. Storicamente sono state elaborate molte teorie sulla combinazione di queste quattro funzioni; alcune fra queste affermavano che vi fosse la necessità di una loro migliore precisazione e che una sola unità sarebbe stata insufficiente a trattarle tutte. Indice [nascondi] 1 Prima del denaro 2 Curiosità 3 Merci di scambio 4 Monetazione standard 5 Denaro convertibile 6 Denaro a corso legale 7 Denaro a credito 8 Voci correlate 9 Altri progetti 10 Collegamenti esterni Prima del denaro [modifica] Prima dell'introduzione del denaro, l'unico modo per scambiare delle merci era il baratto, ovvero lo scambio diretto di beni contro beni. Il baratto, però, era una modalità sì semplice, ma soggetta a diversi problemi, uno dei quali era costituito dai vincoli di tempo. Chi avesse voluto scambiare merci di tipologie assai diverse, infatti, avrebbe potuto farlo solo quando entrambe le merci fossero state disponibili nello stesso tempo e nello stesso spazio. Ad esempio, un baratto di arance contro grano, posti i diversi tempi stagionali di maturazione e dunque di reperibilità, era impossibile, o quantomeno sconsigliabile. Nel tempo, dal baratto diretto si passò dunque al baratto mediato, attraverso l'uso di una terza merce, di carattere guarentigio, la quale potesse fungere da "valore-ponte". Questo consentiva non solo di poter ampliare la possibilità di scambio oltre la contemporaneità di reperimento, ma anche di effettuare scambi indiretti. Questa "merce terza" fu nel mondo occidentale ben presto individuata in lavorazioni ben definite di alcuni metalli, il più noto dei quali è l'oro. Con l'oro, per fare un caso concreto, era possibile vendere i maiali nel momento migliore, ricevendo in cambio delle monete. Era poi possibile riutilizzare lo stesso oro per comprare il grano quando fosse in maturazione. L'introduzione del denaro aveva reso tutti i prodotti più facilmente scambiabili. Curiosità [modifica] Nella Firenze del XIV secolo il denaro aveva un valore ben preciso. Infatti valeva la dodicesima parte del soldo e la duecentoquarantesima parte della lira. Merci di scambio [modifica] I primi casi di denaro furono oggetti che risultavano utili per il loro valore intrinseco. Ciò era noto come merce di scambio ed includeva qualsiasi prodotto di larga diffusione con un proprio valore; esempi sono stati il bestiame, delle conchiglie rare o i denti di balena. Anche nei paesi sviluppati, in assenza di altri tipi di denaro, le persone hanno occasionalmente utilizzato come denaro delle merci come il tabacco. L'ultima volta che questo è avvenuto ultimamente su larga scala è stato immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale, con l'uso comune di sigarette come merce di scambio. Una volta che una merce viene usata come denaro, essa acquisisce un valore che è spesso lievemente differente dal suo valore intrinseco. Il fatto di poter essere utilizzata come denaro aggiunge utilità alla merce, aumentandone, quindi, il valore. Questa utilità aggiuntiva dipende da aspetti sociali ed è influenzata dall'uso che del denaro se ne fa in quella società. Di conseguenza, sebbene le merci di scambio siano reali, il loro valore non è fisso. Un primo esempio è dato dall'oro, che ha acquisito un valore differente in differenti popolazioni, ma in nessuna è stato tanto valorizzato quanto in quelle che lo hanno utilizzato come denaro. Le fluttuazioni del valore di una merce di scambio dipendono molto dalla domanda e dall'offerta corrente e stimata: ad esempio, l'approssimarsi all'esaurimento di una miniera d'oro fa sì che il valore aumenti in vista della prossima riduzione dell'offerta. Il denaro può essere qualsiasi cosa che le parti considerino scambiabile, ma la praticità delle merci varia notevolmente. Caratteristiche desiderabili per il denaro includono l'essere immagazzinabile per lunghi periodi, avere volumi ridotti per poter essere facilmente trasportato ed essere di difficile reperibilità, in modo da non essere reperibile al di fuori delle attività commerciali. Ancora una volta, la domanda e l'offerta giocano un ruolo chiave nella determinazione del valore. Se un governo stampa più banconote, esso incrementa l'offerta senza un corrispondente incremento del valore. Quindi, il denaro vale meno di prima dell'emissione delle nuove banconote. Per questi motivi, metalli come oro ed argento sono stati spesso utilizzati come merce di scambio. Comunque, per migliorarne le caratteristiche meccaniche e la lavorabilità, questi metalli sono spesso utilizzati in leghe con metalli meno pregiati, rendendone il valore variabile. Monetazione standard [modifica] Il diaspro nero, comunemente chiamato "pietra di paragone", è uno delle principali forme cristalline della silice. L'uso del diaspro nero è ciò che ha aperto la strada al metallo come merce di scambio e moneta. Su di una pietra di paragone può essere verificata la purezza di qualsiasi metallo tenero confrontando il colore delle tracce che si formano strofinandovelo sopra, permettendo di risalire rapidamente al contenuto in metallo prezioso. L'oro è un metallo tenero, che è anche difficile da trovare, denso e conservabile. Per questi motivi, l'oro come denaro si diffuse rapidamente dall'Asia Minore, dove venne inizialmente utilizzato, al mondo intero. L'utilizzo di questo sistema richiede di effettuare diversi passi e qualche conto. La pietra di paragone permette di stimare la quantità di oro in una lega, che deve essere poi moltiplicato per il peso del pezzo di metallo per trovare la quantità di metallo prezioso contenuto. Per semplificare questo processo venne introdotto il concetto di monetazione standard. Il titolo delle leghe era prefissato, come il peso delle monete coniate, in modo tale che conoscendo l'origine della moneta non era richiesta l'utilizzo di pietre di paragone. Le monete erano tipicamente coniate dai governi con procedimenti rigorosamente protetti e poi marcati con simboli che garantivano il peso ed il valore del metallo. Sebbene l'argento e l'oro fossero i metalli comunemente usati per coniare monete, non mancò l'utilizzo anche di altri metalli. All'inizio del XVII secolo, la Svezia si trovò in carenza di metalli preziosi e così produsse "piastre" che erano grosse lastre di rame di circa 50 cm di lato, che riportavano l'indicazione del loro valore. La scarsa maneggevolezza di queste piastre contribuì indubbiamente a far sì che la Svezia fosse il primo paese europeo ad emettere banconote nel 1661. Denaro convertibile [modifica] Il sistema delle merci di scambio in molti casi è evoluto in un sistema di denaro convertibile. In questo sistema il denaro di per sé non ha alcun valore intrinseco, ma può essere convertito in merci che lo hanno. Valute cartacee e monete di metallo non prezioso erano coperte dalla promessa di un governo o di una banca di trasformarlo in una determinata quantità di metallo prezioso, come l'argento. Ad esempio, da qui deriva il termine "British Pound", che era una un'unità monetaria garantita da una libbra ("pound") di argento al 92.5% ("sterling silver"), da cui la valuta "Pound Sterling" (in italiano chiamata lira sterlina). Per buona parte del XIX e XX secolo, molte valute furono basate su denaro convertibile grazie all'uso del gold standard. Denaro a corso legale [modifica] Banconote statunitensiIl denaro a corso legale è quel denaro non coperto da riserve di altri materiali. Al denaro viene dato un valore grazie al fatto che esiste un'autorità (ad esempio un governo) che agisce come se ne avesse. Se un'organizzazione abbastanza grande emette, usa ed accetta qualcosa come pagamento per fatture o tasse, automaticamente quel qualcosa acquisisce valore, dato che è riconosciuto come mezzo di scambio. I governi nel tempo sono a volte passati a forme di denaro a corso legale in periodi di bisogno (come, ad esempio, durante delle guerre), sospendendo il servizio da loro offerto di cambio del denaro in oro (o qualsiasi altra cosa il denaro rappresentasse), con effetti sul potere d'acquisto generalmente inferiori a quanto ci si potesse aspettare. Analogamente, anche una riduzione del rapporto di cambio tra moneta ed oro aveva in genere meno effetto del previsto sul potere d'acquisto. Gli Stati Uniti passarono definitivamente al denaro a corso legale nel 1971. Dato che anche le altre valute erano riferite al dollaro statunitense, vi fu automaticamente una moltiplicazione dei paesi che si ritrovarono ad adottare il corso legale. Denaro a credito [modifica] Il denaro a credito spesso esiste in parallelo ad altre forme di denaro, come quello a corso legale o alle merci di scambio, e dal punto di vista dell'utente è indistinguibile da queste. Molto del denaro del mondo occidentale è denaro a credito derivato da valute nazionali a corso legale. Il denaro a credito tende a presentarsi come sottoprodotto della richiesta e del prestito di denaro, come mostrato nell'esempio che segue. Immaginiamo di aver depositato una certa quantità di monete d'oro nel forziere di una banca. La banca può prestare le monete ad una seconda persona sulla base della promessa di ripagare le stesse monete con un extra ad una certa data. La seconda persona può nel frattempo utilizzare le monete come denaro. Questo mentre noi continuiamo a possederle ed utilizzarle, potendo passarne la proprietà ad una terza persona con una richiesta di trasferimento sul conto di quest'ultimo. In quest'esempio è come se vi fosse nuovo denaro creato durante il prestito, in modo tale da permettere a più parti di usare le stesse monete allo stesso tempo. Questo discorso si può estendere ad un numero a piacere di nuove parti che possono richiedere e ricevere denaro in prestito, ma per ciascun utente aggiuntivo deve esserci una promessa di restituzione delle monete. L'extra costo previsto nel rimborso, oltre a rappresentare un margine per l'operatore finanziario, serve per dare stabilità al processo, assorbendo eventuali crediti non esigibili. Altro elemento di stabilità è il rapporto tra depositi e prestiti, fissato per ciascuna nazione dalla banca centrale

LA PNL SECONDO NIENTANSIA.IT










LA PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA

Il modello terapeutico della Programmazione Neurolinguistica è stato sviluppato negli anni '70 negli Stati Uniti da un matematico, Richard Bandler, e un linguista, John Grinder; esso si può inserire all'interno delle terapie ipnotiche e cognitive (M.H. Erikson, E.L. Rossi, 1979), e propone come aspetto basilare quello di non fondarsi su riferimenti filosofici, umanistici o dottrinari propri di varie correnti psicoterapeutiche bensì su un deliberato pragmatismo non vincolato ad alcuna teoria. La credenza base è che "la mappa non è il territorio"; questa affermazione significa che quello che pensiamo non è necessariamente quello che è. La mappa sono i nostri pensieri, il nostro modo di vedere il mondo, ed il territorio è il mondo e la realtà esterna. In altre parole le rappresentazioni interne che ci facciamo riguardo ad un evento esterno non sono necessariamente l'evento stesso.

La Programmazione Neurolinguistica viene definita come lo studio della struttura dell'esperienza soggettiva, e si propone di offrire un vocabolario ampio e attendibile per la lettura della 'black box'. Le caratteristiche di questo approccio sono evidenti all'interno di tre assunti: il primo si rifà alle capacità creative ed organizzative della mente inconscia; il secondo prevede la descrizione particolareggiata dei processi sensoriali propri della persona, i quali hanno il compito di organizzare i contenuti della scatola nera, insieme alle strategie di decodificazione che influenzano i comportamenti messi in atto in risposta agli stimoli; il terzo riguarda un insieme di tecniche terapeutiche ben precise (R. Bandler, J. Grinder, 1978), basate sulla capacità del terapeuta di entrare in stretto contatto con l'emisfero non dominante del paziente, così come con i suoi processi cognitivi, comportamentali o inconsci.

L'obiettivo principale della terapia è dunque quello di portare pian piano il paziente ad una ristrutturazione maggiormente funzionale delle sue strategie interne utilizzando tecniche ed esercizi specifici, come l'uso di metafore, enigmi a chiave, suggestioni indirette e racconti didattici (M.H. Erikson, 1982). Il senso dell'intervento è quello di modificare i processi sensoriali dell'emisfero non dominante, identificati come responsabili dell'organizzazione e del mantenimento del disagio psichico che ha spinto il soggetto a rivolgersi al terapeuta; l'esito positivo della terapia dipende quindi dalla capacità di creare un rapporto tra terapeuta e paziente, più che dagli specifici contenuti analizzati o dall'approccio utilizzato.

Lo stile dell'intervento è di tipo didattico-esperienziale, sulla base dell'idea di non dover insegnare 'forme' di psicoterapia quanto le strategie di coloro i quali hanno mostrato particolari doti nel lavoro terapeutico, indipendentemente dalla scuola di appartenenza. La metodologia è dunque quella di identificare le strategie dei 'migliori' psicoterapeuti e in seguito imparare a riprodurle. L'ambito di applicazione è quello di pazienti non gravi e con discrete risorse individuali, ma si trovano riferimenti a strategie utilizzabili con pazienti psicotici (M.H. Erikson, 1982).

Sebbene la PNL possa essere anche utilizzata come uno strumento di risoluzione di problemi comportamentali, le sue applicazioni sono molto più vaste. Anche quando utilizzata in tal senso, è essenzialmente un processo per insegnare alle persone a usare la propria mente più creativamente. Un practitioner di PNL può aiutare un cliente ad identificare e a cambiare l'impatto di modelli comportamentali negativi derivati dal passato rimpiazzandoli con positivi e più utili modelli. Per le sue caratteristiche di modello di comunicazione interpersonale, la Programmazione Neurolinguistica viene utilizzata nelle attività di formazione imprenditoriale ed organizzativa, nella selezione del personale e nell'attività didattica.

>>> (La terapia Junghiana)

Riferimenti bibliografici:

Erikson M.H., Rossi E.L. (1979), Ipnoterapia, una ricerca clinica, tr. it. Astrolabio, Roma, 1982;

Bandler R., Grinder J., (1978), La metamorfosi terapeutica, tr. it. Astrolabio, Roma, 1980;

Erikson M. H., (1982), La mia voce ti accompagnerà, tr. it. Astrolabio, Roma, 1983.

PNL- TERAPIE E TECNICHE

di Alessandro Di Priamo


La Programmazione Neuro Linguistica o PNL costituisce uno dei modelli di interpretazione e di studio delle potenzialità umane. Si tratta di una neuroscienza che analizza i diversi livelli di comportamento e di comunicazione dell’individuo, intrapersonali e interpersonali, nonché i processi cognitivi alla base dei comportamenti, delle attività di pensiero e delle emozioni.

La denominazione di Programmazione Neuro Linguistica deriva dalla fusione di tre concetti che costituiscono i fondamenti di questa disciplina:

· Programmazione: esprime il concetto secondo cui è possibile operare scelte di organizzazione di azioni e idee per il perseguimento dei propri obiettivi;

· Neuro: attiene a tutto ciò che riguarda i nostri processi neurologici, come l’uso dei cinque sensi per il reperimento delle informazioni sul mondo circostante;

· Linguistica: attiene allo studio dei processi di comunicazione e di utilizzazione del linguaggio (anche non verbale).

La PNL nasce agli inizi degli anni ’70 dalla collaborazione di John Grinder, allora collaboratore alla cattedra di linguistica dell’Università di Santa Cruz in California, e Richard Bandler, in quel tempo studente di psicologia. I due studiosi analizzano i metodi di indagine e di cura di tre dei più affermati terapisti di quell’epoca (Fritz Perls, ideatore della Gestalt Terapia, Virginia Satir, eccellente nel campo della terapia familiare e Milton Erickson, ipnoterapeuta di fama mondiale) e notano come, nonostante i tre terapisti in questione avessero temperamenti molto differenti, in ambito terapeutico essi utilizzavano modelli di analisi e cura sorprendentemente simili. Dalla codificazione di tali strategie ha origine la PNL, che si basa sui seguenti presupposti:

· “La mappa non è il territorio”: si tratta di una frase che spesso compare sui manuali di PNL, in quanto ne rappresenta l’aspetto principale, ossia la soggettività di ogni essere umano. Ognuno di noi vive una propria realtà, costruita attraverso l’uso personale che fa dei propri sensi, della propria cultura personale, dei propri interessi ed esperienze passate. In base a questi elementi ognuno di noi ha delle specifiche impressioni soggettive su ciò che lo circonda, che quindi non coincidono necessariamente con quelle altrui.

· Per evitare incomprensioni nell’abito delle proprie relazioni, personali e professionali, è importante individuare la “modalità sensoriale” che domina nell’interlocutore, così da adeguare il proprio atteggiamento nei suoi confronti al suo modo di recepirlo. Secondo la PNL esistono 3 “porte della percezione”, in base a cui interpretiamo ogni cosa: visiva, auditiva e cinestesica. La prima è legata al mondo delle immagini e di ciò che si può visualizzare; la seconda al mondo dei suoni, esterni ed interni; l’ultima è legata al mondo delle sensazioni tattili, olfattive e gustative.

· Ogni essere umano ha risorse sufficienti a garantirgli la realizzazione di ciò che maggiormente desidera;

· Non esistono fallimenti, ma solo risultati: fallimento, errore sono solo nomi che attribuiamo alle situazioni. Quando utilizziamo queste esperienze come opportunità per imparare e per reperire il maggior numero possibile di informazioni, accresciamo le nostre possibilità di successo nel nostro futuro.

Essendo basata sul principio del "modellamento" di persone eccellenti, la PNL è oggi la scienza più all'avanguardia ed offre modelli, risorse e tecniche utilizzabili da chiunque voglia avanzare e migliorare in ogni attività umana. Nata come modalità di risoluzione di problemi, ancora oggi essa svolge i suoi migliori benefici. Rapida e risolutiva, pone l’accento sulle risorse delle persone, trasformando il disturbo e liberando la persona dai propri blocchi.

Infatti, la PNL è ottimo aiuto per chi ha, ad esempio, difficoltà a parlare in pubblico. Le tecniche di adattamento del proprio modo di comunicare a quello dell’interlocutore supportano seriamente chi ha bisogno presentare il proprio operato davanti ad una platea con la giusta dose di sicurezza e di padronanza del linguaggio.

Altro campo nel quale la PNL trova terreno fertile è quello della motivazione personale, professionale e sportiva. Coaching, mentoring e counseling utilizzano infatti numerosi elementi di PNL, tra cui è possibile far riferimento all’ancoraggio, ossia una particolare tecnica con cui visualizzare grandi risultati ottenuti in passato associandovi una sensazione di grande carica ed energia, allo scopo di riprodurre uno stato d’animo potenziante ogni volta che se ne ha bisogno.

Ulteriore settore di applicazione è quello dell'apprendimento e della memorizzazione. Numerose sono le tecniche di apprendimento dinamico, lettura veloce e fotografica proposte dalla PNL al fine di sviluppare e migliorare la propria memoria o il proprio rendimento di studi.

In quanto tecnica estremamente versatile, molte altre sono le applicazioni della PNL: dalla psicoterapia alla vendita e al business, al problem solving, alla leadership, al benessere e alla salute, nonché alla riduzione dei fraintendimenti con amici, colleghi, partner e familiari.

Alla luce di quanto osservato, si può certamente affermare che questa neuroscienza, se usata correttamente, è realmente in grado di consentire a ciascuno di noi il raggiungimento di vette molto elevate, in ogni ambito della nostra vita.

Alessandro Di Priamo


Alessandro Di Priamo si occupa di risorse umane dal 1995 come formatore, consulente e Personal & Business Coach. Ha all’attivo circa 500 giornate d’aula, per una media di 60 appuntamenti formativi erogati ogni anno. La sua attività di trainer poggia su una formazione approfondita in Pnl, Motivazione e Sviluppo Personale, Team Building, Comunicazione e Raggiungimento delle peak performances (massime prestazioni); possiede il Diploma di Pratictioner e Master Pratictioner in Programmazione Neuro-Linguistica (PNL); nel 1994, a Londra, ha partecipato alla 1° edizione europea del celebre seminario “Sprigiona il Potere dentro di Te”, di Anthony Robbins - trainer motivazionale per antonomasia. Corsi e specializzazioni in Analisi Transazionale, Ipnosi Conversazionale, Time Management e nel Coaching.
Tra le aziende per cui ha curato percorsi formativi:, Kiron, Renault Italia S.p.a., Ina Assitalia, Forum Sport Center, Tecnocasa S.p.a., San Paolo, Reno Motor Company Bologna, Nissan Italia, Universo Assicurazioni, Banca delle Marche, Fintech S.r.l.
Alessandro Di Priamo è uno dei Trainer di Hi Performance, da 10 anni società leader nel settore della formazione e dello sviluppo delle risorse umane.

sito web: www.hiperformance.it;
email: info@hiperformance.it;
tel: 06.36005152

LIBRI PNL

Libri Pnl ( Programmazione Neurolinguistica )


La PNL - Programmazione NeuroLinguistica, la più importante sintesi dello studio dell’eccellenza degli ultimi 30 anni è una scuola pragmatica di pensiero, che si rivolge a qualsiasi area di competenza umana, quali affari, sport, terapia, educazione, comunicazione e molte altre. La PNL - Programmazione Neurolinguistica studia e scopre come le persone che hanno successo eccellono in modo costante. la Pnl individua i loro processi mentali, estrae le sequenze vitali; le rende disponibili come strumenti pratici a chiunque desideri ottenere dei miglioramenti consistenti nella sua vita personale e professionale.



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WELLNESS E PROGRAMMAZIONE NEURO LINGUISTICA (PNL)

La Programmazione Neuro Linguistica è una metodologia di sviluppo personale sviluppata nei primi anni ’70 da Richard Bandler e dal linguista John Grinder e grazie al contributo scientifico diretto o indiretto di tanti altri studiosi (tra cui Gregory Bateson.



Secondo gli sviluppatori di questa metodologia si tratta di un modello applicativo capace di facilitare il cambiamento, tramite un insieme di tecniche e strumenti (frutto anche dell'integrazione tra psicologia, linguistica, cibernetica e teoria dei sistemi) relativi alla comunicazione, alla percezione e all’esperienza soggettiva.

Nonostante la PNL abbia preso spunto per il proprio lavoro da alcuni concetti derivanti da numerose materie scientifiche, la PNL NON E' UNA SCIENZA. Le sue applicazioni e le sue teorie sono ritenute prive di fondamento dalla comunità scientifica internazionale. Viene comunemente classificata come una dottrina esoterica ed un movimento facente parte della New Age.








Indice

1 CONCETTI GENERALI

1.1 Nome
1.2 Cenni Storici
1.3 Applicazioni
1.4 Come Funziona

2 PRINCIPI GUIDA

2.1 Presupposti di base
2.2 La Centralità Della Persona
2.3 Pluralità Dei Punti Di Vista
2.4 Ecologia
2.5 Etica e PNL

3 PNL E SCIENZA

4 ALTRE CRITICHE

5 PNL E CERTIFICAZIONI

6 Note

7 Bibliografia

8 Collegamenti

9 Voci Correlate



CONCETTI GENERALI
L’idea centrale della PNL è che i pensieri, i gesti e le parole dell’individuo interagiscono tra loro nel creare la percezione del mondo. Modificando la propria visione (detta mappa del mondo, ovvero il sistema di credenze relativo a ciò che è la realtà esterna e a ciò che è la realtà interna), la persona può potenziare le proprie percezioni, migliorare le proprie azioni e le proprie performance. La percezione del mondo e la risposta ad esso possono essere modificate applicando opportune tecniche di cambiamento. La PNL insegna a sviluppare abitudini/reazioni di successo, amplificando i comportamenti facilitanti/efficaci e diminuendo quelli limitanti/indesiderati. Il cambiamento può avvenire riproducendo con attenzione i comportamenti e le credenze delle persone di successo (modellamento). La PNL sostiene che le persone possiedono in sé tutte le risorse per avere successo. Bandler e Grinder scelsero tre terapeuti di successo – Fritz Perls, Virginia Satir e Milton Erickson – come modelli ispiratori della PNL. I due studiosi analizzarono gli schemi di comportamento e di pragmatica dell'azione terapeutica dei tre e svilupparono schemi specifici per la comunicazione in generale, la costruzione della relazione rapport (rapporto empatico positivo)tra soggetto bisognoso di aiuto e terapeuta e le conseguenze positive in termini di miglioramento personale.


Nome
Il nome scelto dai fondatori della disciplina sintetizza queste componenti:

Programmazione: le modalità umane di comportamento sono variabili e si fondano sulla percezione e sull'esperienza individuali. C'è una gamma predefinita di comportamenti (programmi o schemi), che funzionano in modo inconsapevole ed automatico.

Neuro: ogni comportamento umano è fatto di processi neurologici. Il sistema nervoso riceve stimoli dagli organi di senso (vista, tatto, udito, olfatto e gusto) e li rielabora come percezioni e rappresentazioni.

Linguistica: i processi mentali umani sono codificati, organizzati e trasformati attraverso il linguaggio. Le parole sono ponti che collegano le rappresentazioni interne del mondo con l'esperienza. Il linguaggio è l'espressione individuale della nostra percezione soggettiva.


Cenni Storici
Anni ‘70: fondazione e primo sviluppo della PNL

La PNL fu fondata e sviluppata da Richard Bandler e John Grinder, sotto la supervisione del noto antropologo Gregory Bateson[senza fonte], all’Università della California, a Santa Cruz, tra gli anni ’60 e ’70. In quegli anni i seminari sul potenziale umano in California si svilupparono come un settore autonomo.

Gregory Bateson, ed in particolare le sue idee sul modellamento umano e sul concetto di mappa e territorio (la mappa non è il territorio) fu influenzato da Alfred Korzybski. Queste idee furono adottate da Bandler e Grinder. Dal 1972 i fondatori della PNL furono molto interessati alle eccezionali capacità comunicative del terapeuta di scuola Gestalt, Fritz Perls, della terapeuta della famiglia, Virginia Satir e dal presidente fondatore della Società Americana della Ipnosi clinica, Milton H. Erickson. Usando questi terapeuti come modelli, furono pubblicati La struttura della Magìa (1975) e I Modelli di Milton H. Erickson (1976, 1977). Alla fine degli anni ’70 Leslie Cameron-Bandler, Judith DeLozier, Robert Dilts e David Gordon lavorarono sia con i co-fondatori che separatamente per contribuire allo sviluppo della PNL.

Anni ‘80: nuovi sviluppi e valutazione scientifica

Negli anni ’80, poco dopo la pubblicazione di La Programmazione NeuroLinguistica Volume I con Robert Dilts e Judith DeLozier, Grinder e Bandler si ritirarono. Tra conflitti e cause legali per la proprietà intellettuale, la PNL cominciò ad essere sviluppata da diverse persone. Negli anni ’80 John Grinder e Judith DeLozier collaborarono a sviluppare una forma di PNL chiamata il Nuovo Codice della PNL che tentava di ripristinare un approccio PNL sistemico alla totalità mente-corpo. Anche Richard Bandler pubblicò nuovi processi con sottomodalità e ipnosi ericksoniana in Using your brain : For a Change (1984). Contemporaneamente Anthony Robbins, che insegnava la PNL già alla fine degli anni ’70, cominciò una massiccia operazione di marketing incorporando elementi di PNL (ridefiniti come Condizionamento Neuro Associativo). Altri studenti e professionisti di PNL elaborarono, definirono e svilupparono le loro integrazioni alla PNL. Michael Hall propose una PNL focalizzata sui cosiddetti “meta-stati” (una condizione in cui si cambiava posizione percettiva e si osservava il sé da una prospettiva più ampia tramite la coscienza auto-riflessiva). Il suo sviluppo della Neuro-semantica ha apportato numerose correzioni al modello della PNL collocandolo maggiormente nel lavoro di Gregory Bateson, Alfred Korzybski e la psicologia cognitiva[senza fonte]. Tad James sviluppò una tecnica terapeutica basata sulla linea del tempo (timeline) dove i clienti erano incoraggiati a visualizzare, e possibilmente a creare fisicamente la linea del tempo della loro vita (o tratti di essa), e poi ad alterarla e migliorarla. Ulteriori contributi alla PNL vennero da Judith DeLozier e Connirae e Steve Andreas. Data la numerosità dei contributi e delle persone coinvolte, non si poteva identificare un modello definito ed univoco di PNL. Alla fine degli anni ’80, le ricerche nel campo della psicologia del counseling sperimentale di Sharpley (1984, 1987) ed il Consiglio della Ricerca Nazionale degli USA diedero un giudizio complessivamente negativo della PNL. Seguì una sostanziale riduzione della ricerca sulla PNL. Inoltre la vita privata di Bandler (persosi nell'abuso di alcool e cocaica e coinvolto nel caso di omicidio di Corine Christiensen) ne fece perdere credibilità.



Anni ’90: controversie, divisioni, e marketing

A luglio 1996, dopo molti anni di battaglie legali, Bandler fece causa a John Grinder e altri, reclamando la proprietà esclusiva della PNL sin dalla sua fondazione, ed il diritto esclusivo di usare il termine come marchio registrato. Contemporaneamente, nel Regno Unito Tony Clarkson (un praticante inglese) chiese con successo alla High Court di revocare la registrazione inglese fatta da Bandler del marchio PNL, al fine di chiarire legalmente che PNL era un termine generico e non una proprietà intellettuale. A causa della frammentazione della PNL e della mancanza di una struttura normativa che ne regolamentasse e disciplinasse la pratica per supervisionare un campo in così rapida crescita, sembrò arrivato il tempo per la PNL di essere proposta e pubblicizzata come l’ultimo rimedio, la panacea, o la soluzione miracolosa. Cominciarono ad abbondare i modelli di dubbia qualità, così come l’applicazione pratica, in parallelo a iniziative prese in buona fede. Molti di questi approcci erano finalizzati al profitto e alla commercializzazione o al fascino New Age, piuttosto che basarsi sul realismo e sull’etica. Nonostante la comunità PNL sia divisa, la maggior parte del materiale PNL riconosce il lavoro dei co-fondatori, Bandler e Grinder, e il gruppo di studio che li accompagnò negli anni ’70. Nel 1994 Michael Hall, psicologo della scuola del comportamentismo cognitivista, studiò e sviluppò con Bandler la neuro-semantica, un sistema per affrontare e risolvere alcune delle debolezze percepite della PNL.




Anni 2000: Risoluzione dei conflitti legali e regolamentazione governativa

Nel 2001 le controversie legali furono chiuse con la conciliazione tra Bandler e Grinder che si accordarono nell’essere identificati come co-fondatori della PNL. Dal 1978, un solo programma di certificazione a Practitioner di 20 giorni era stato utilizzato per la formazione dei terapeuti che intendevano applicare la PNL come titolo aggiuntivo alle loro qualifiche professionali. Con l’evolversi della PNL, le domande di iscrizione si estesero oltre l’applicazione terapeutica – emersero nuove modalità di formazione nella struttura dei corsi e la progettazione cambiò. Oggi la durata e lo stile dei corsi varia da istituto a istituto. Negli anni ’90, in seguito a tentativi di mettere la PNL su un cammino più regolamentato formalmente in UK, altri governi cominciarono a certificare i corsi di PNL ed i relativi fornitori, come per esempio in Australia, dove un diploma in PNL è accreditato nell’ambito del “Qualifications framework” australiano (AFQ). In ogni caso, la PNL continua ad essere un campo aperto di formazione dove non è definita alcuna “pratica di riferimento” ufficiale. Con differenti autori, formatori e practitioners che hanno sviluppato i loro propri metodi, concetti e definizioni, spesso tutte chiamate in modo indifferenziato PNL, gli standard di formazione e qualità variano molto. In Europa, l’associazione di terapia di PNL sta promuovendo formazione in linea con gli standard europei. La molteplicità delle proposte e la mancanza di controlli hanno reso difficile distinguere su base comparativa i livelli di competenza , abilità e atteggiamento nei vari corsi di formazione PNL. Secondo Pete Schutz la durata del training in Europa varia da 2-3 giorni, per chi lo affronta per hobby, a 35-40 giorni, fino a 9 mesi per raggiungere un livello di competenza professionale.


Applicazioni
La programmazione neuro linguistica si propone negli studi sulla comunicazione umana, come l'educazione, l'apprendimento, la negoziazione, la vendita, la leadership, il team-building, etc., ritiene di poter trovare applicazione anche nei processi decisionali e creativi, in campo medico, nello sport e in psicoterapia, ma non è sostenuta dall’ambiente accademico. Ha tuttavia una certa influenza anche in Italia (attiva dall'inizio degli anni Ottanta) sugli psicoterapeuti privati, sulla formazione manageriale, il life coaching e il mercato dei corsi di auto-aiuto, nonostante si tratti a tutti gli effetti di una pseudoscienza. La stessa PNL afferma che le sue applicazioni non debbano necessariamente avere fondamento scientifico, perché i principi fondamentali sono "ipotesi di lavoro che possono essere vere o meno. Il problema non è se siano vere, bensì se siano utili" [1].

E' ancora giovane in Italia, ma recentemente è stata largamente pubblicizzata nel WEB tramite i numerosissimi corsi riguardanti autostima, seduzione e formazione professionale (soprattutto riguardante il settore della vendita), risultando oggetto di svariate critiche.


Come Funziona
La PNL è una metodologia di lettura dell’esperienza, particolarmente attenta allo "studio della struttura dell'esperienza soggettiva" (Robert Dilts). Chi la pratica ha l’obiettivo di comprendere "come" le persone riescono a fare quel che fanno, con particolare attenzione alle modalità con cui le persone fanno ciò che ci interessa. Quindi, tre termini sono importanti: analizzare, imparare e, un termine magico in PNL, modellare, cioè copiare e in maniera migliore. La ricerca della PNL si focalizza quindi sulle risorse messe in campo dal “modello comportamentale” allo studio per raggiungere un determinato obbiettivo ed al successivo “modellamento” su noi stessi di esse, per raggiungere il medesimo.

Oltre alle risorse esterne che si ottengono con il modellamento di altre persone che hanno già raggiunto l'obiettivo che ci sta a cuore, esistono anche risorse interne che già possediamo, ed abbiamo utilizzato in passato, che hanno prodotto strategie vincenti di fronte a determinate situazioni. Quando c'è un problema, la risorsa che ha dato buoni risultati in passato, tramite la PNL è recuperata e trasferita allo stato presente. Ma questo è solo uno dei modi in cui è possibile ritrovare le risorse nel soggetto. Spesso ricordiamo "come" un amico, un parente o un conoscente, fa una certa cosa: ebbene, la PNL ci insegna "come" imparare a fare quella cosa "come" quell'amico, parente o conoscente. Oltre a questa modalità c'è la fantasia: imparare a fare una certa cosa, come se noi l'avessimo già imparata, cioè trasportandoci nel futuro ed immaginando come potremo fare quella certa cosa che desideriamo fare. Quindi le modalità percettive di apprendimento sono tre:






la prima posizione percettiva in cui ricordiamo un'esperienza in cui la risorsa era disponibile;
la seconda posizione percettiva in cui un amico, un parente o un conoscente, aveva o ha quella risorsa;
la terza posizione percettiva in cui nel futuro noi avremo quella risorsa.
L'importanza centrale del modellamento non significa disconoscere i presupposti concettuali e di inquadramento provenienti dagli assunti teorico descrittivi della psicoanalisi, della quale tuttavia si considerano generalmente poco redditizie le tecniche terapeutiche. Ma la descrizione della mappa dei meccanismi di funzionamento del sistema nervoso centrale, che sono dietro l'applicazione delle tecniche di modellamento, partono da acquisizioni elaborate dalla psicoanalisi e dalla sua scuola.

La disciplina divide la popolazione in tre gruppi: visivi, auditivi e cenestesici. Ognuno fa uso inconscio di comportamenti e termini (verbi e pronomi) in funzione del gruppo di appartenenza. Se una persona capisce di quale gruppo fa parte un'altra persona, potrà strutturare il rapporto e le frasi di un dialogo, in maniera tale di aver più successo in comunicazione e alzare la percentuale di riuscita.


PRINCIPI GUIDA

Presupposti di base
Ogni comportamento è comunicazione, ovvero non si può non comunicare
La mappa non è il territorio
Il buon comunicatore è responsabile al 100% dei risultati che ottiene o che non ottiene
Le rappresentazioni fornite dai sensi sono la base dell'esperienza soggettiva
È possibile individuare le ragioni del successo o dell'insuccesso di una strategia comportamentale
Se c'è una persona capace di fare una cosa, se ne può studiare la strategia ed insegnarla ad altre persone
L'approccio paradigmatico comporta la riduzione degli sforzi fisici per attribuire all'essenza di liberare la propria espressività: l'obiettivo consegue
Il significato della comunicazione è il risultato che si ottiene. Essa non è giusta o sbagliata, ma efficace o inefficace in relazione all'obiettivo scelto
L'eccellenza è limitata dalla nostra percezione di ciò che è possibile e di ciò che non lo è
L'esperienza soggettiva ha una struttura analizzabile
Il comportamento fornisce informazioni su ciò che accade all'interno della persona
Ciò che accade in una parte del sistema (cibernetico/umano), influenzerà le altre parti del sistema
La flessibilità, intesa come capacità di adattare il comportamento per ottenere il risultato voluto, è una delle doti più preziose degli individui e delle organizzazioni
L'esperienza interna (immagini/ricordi) produce sul cervello gli stessi effetti di un'esperienza realmente vissuta.

La Centralità Della Persona
Gli esseri umani possiedono le risorse di cui hanno bisogno. Talvolta non le hanno sviluppate o non le hanno ancora esplorate, ma sta a loro dire cosa funziona e cosa invece non funziona per raggiungere i loro obiettivi. Se si osserva il linguaggio del corpo e se si ascoltano con attenzione le parole, si può comprendere qual è il problema, qual è il sintomo, in quali modi si manifesta e come può essere affrontato. Un programmatore (operatore di PNL) competente usa le sue capacità per aiutare la persona ad esplorare la sua mappa del mondo (percezioni e convinzioni). Le domande specifiche hanno l’obiettivo di aumentare le possibilità di pensiero e di azione della persona lavorando sulla visione del mondo che c’è, senza suggerire o sovrapporre quella del programmatore. La programmazione neuro linguistica, infatti, insegna a comunicare con l’altro in modo efficace, accogliendo e rispettando la sua visione del mondo.


Pluralità Dei Punti Di Vista
Una situazione può essere percepita da molti punti di vista diversi, che cambiano con le variabili prese in considerazione:

chi vede che cosa
passato, presente, futuro
dentro o fuori da quel che succede (associato o dissociato)
quel che manifesta il corpo
quel che dice la persona con il linguaggio
ciò di cui si ha coscienza
ciò che accade in modo inconscio
La programmazione neuro linguistica raccoglie i diversi punti di vista e se ne prende cura. Spesso le difficoltà che incontriamo sono frutto di convinzioni che limitano le nostre possibilità di comportamento. Quando crescono le possibilità, cresce parimenti la libertà di scelta delle persone.


Ecologia
In PNL ecologia significa rispetto per la persona, intesa come sistema inserito in un tessuto di relazioni. Il programmatore aiuta sempre a comprendere quali conseguenze avrà per la persona il raggiungimento di un certo obiettivo. Si chiede, ad esempio, “Cosa accadrà se ottieni ciò che vuoi?”. La verifica dell’ecologia è essenziale per garantire che l’effetto di un cambiamento sia compatibile con il benessere della persona considerata nel suo complesso.


Etica e PNL
La programmazione neuro linguistica, nel corso del tempo, ha elaborato una varietà di tecniche e ha individuato metodi e chiavi di lettura che aiutano a comprendere la struttura della comunicazione umana. La distinzione tra gli strumenti e l’uso che se ne fa è essenziale, perché mette in luce la relazione tra PNL ed etica personale. La storia della PNL ha radici nel pragmatismo, quindi guarda al risultato di ciò che propone. In ogni caso, il risultato deve abbracciare il rispetto per l’essere umano ed avere come obiettivo la libertà, il benessere e il potenziamento della persona.

Per ciò che concerne l'idea di "manipolazione" è bene ricordare quanto Milton Erickson in persona rispondeva a tali "accuse" affermando che tutti ci "manipoliamo" per diverse ragioni e spesso a fin di bene...come la madre che accudisce i suoi figli e trasmette modi, pensieri, valori, come il docente...con i suoi allievi, come chi si ama e vuole far partecipare l'altro al suo modello del mondo. Tuttavia, il fatto di non avere definito e regolamentato il proprio corpo di conoscenze e strumenti attraverso l’imposizione di standard di comportamento e di un codice etico di utilizzo, è ritenuto un punto di debolezza anche da diversi trainers di PNL.


PNL E SCIENZA
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Ci sono principalmente tre critiche da parte della comunità scientifica nei confronti della PNL:

1. La PNL non può assolutamente essere considerata una scienza, ma una pseudoscienza, perché le sue affermazioni non sono basate sul metodo scientifico. Il suo nome è un pretesto per trovare legittimazione in discipline come le neuroscienze, la neurolinguistica e la psicologia, inoltre fa largo uso di termini che suonano scientifici. Corballis (1999) sostiene che "PNL è un titolo completamente falso, progettato per dare l'impressione di rispettabilità scientifica" [2]. Secondo Beyerstein (1995) anche se presenta le neuroscienze nel suo albero genealogico, la visione più ampia data dalla PNL riguardo il rapporto tra gli stili cognitivi e le funzioni cerebrali risultano in ultima analisi delle grezze analogie [3].

2. C’è poca o nessuna prova o ricerca a sostegno delle sue spesso stravaganti teorie. Heap (1988) [4] sottolinea che, se le affermazioni fatte da chi propone la PNL riguardo i sistemi rappresentazionali e le loro manifestazioni comportamentali fossero corrette, allora i suoi fondatori hanno fatto notevoli scoperte sulla mente umana e il cervello, che hanno importanti implicazioni per la psicologia umana, in particolare le scienze cognitive e neuropsicologia. Eppure non c’è alcuna menzione dei loro insegnamenti su riviste o libri di testo dedicati a queste discipline. Quando Heap ha parlato con colleghi accademici che trascorrono molto tempo nella ricerca e nell’insegnamento in questi settori, questi hanno mostrato scarsa consapevolezza, se non alcuna, riguardo la PNL [5]. Per giungere a tali importanti generalizzazioni circa la mente umana e il comportamento, certamente occorre una prolungata, sistematica e meticolosa indagine sui soggetti umani, utilizzando le procedure per l'osservazione, la registrazione e analisi dei fenomeni presi in esame. I fondatori della PNL non hanno mai effettuato alcuna ricerca o indagine di questo tipo.

3. Una quantità significativa di ricerca sperimentale suggerisce che i principi sviluppati dalla PNL sono ingiustificati. Una ricerca condotta da Christopher Sharpley nel 1984 [6] seguita da un’altra di revisione nel 1987, in risposta alle critiche mosse da Einspruch Forman conclude che c’erano scarsi elementi probatori per la sua utilità come un efficace strumento di consulenza. Nel 1988 Michael revisionando la letteratura, ha anche concluso che le oggettive ed eque indagini di Heap non hanno mostrato alcun supporto per le indicazioni della PNL riguardo i sistemi rappresentazionali preferiti [7]. Un gruppo di ricercatori del Counselling Psychology Review (CPR), ha esaminato nel 1995 diverse tecniche e teorie della PNL, ecco le conclusioni:

“Non esistono correlazioni significative tra i movimenti oculari ed i predicati verbali e scritti”
“La teoria della PNL circa la determinazione del sistema di rappresentazione preferito da un partecipante in base all’osservazione di un comportamento esterno non può essere sostenuta dall’evidenza sperimentale, così come non sono sostenibili le affermazioni della PNL nel generalizzare la comprensione (rapport)”
Nello stesso anno il Comitato sulle tecniche per il miglioramento delle prestazioni umane (promosso dal National Research Council) concluse che:

"Non esiste alcuna esposizione sistematica definitiva della PNL. Anche se le caratteristiche fondamentali non mutano nelle diverse presentazioni, aspetti particolari sono messi in rilievo spesso in modo contraddittorio"
"Molte delle teorie considerate congruenti con la PNL sono metafore che non hanno grande influenza o non sono accettate nella letteratura scientifica... Non c'è alcuna evidenza a sostegno della relazione tra movimenti oculari e rappresentazioni del pensiero postulata dalla PNL... I fondamenti della PNL... Sono una serie di aneddoti e di fatti concatenati che non portano ad alcuna conclusione... La descrizione dei processi biologici fondamentali è piena di errori piccoli ma significativi... I riferimenti alla letteratura biologica e psicologica sono obsoleti... e le citazioni di psicologia cognitiva ignorano gli ultimi venti anni di risultati in questo campo... In breve, il sistema dei modelli oculari, linguistici, di postura e di tono della PNL non deriva né è derivabile da lavori scientifici noti"
"(Relativamente alla possibilità di curare le fobie in pochi minuti) "Non ci sono studi che corroborino questa affermazione"
"La variabile dipendente usata nella maggior parte degli studi di PNL è l'empatia tra cliente e terapeuta, misurata su una particolare scala... Non si tratta di un indice soddisfacente per valutare l'efficacia del terapeuta. Si può trovare un terapeuta di grande empatia, ma inefficace nel modificare comportamenti o sentimenti... In conclusione, le prove empiriche a sostegno sia degli assunti sia dell'efficacia della PNL sono praticamente inesistenti"
Le pubblicazioni odierne sulla PNL sarebbero infatti tra le più variegate, da quelle che si orientano attraverso i consueti binari della scientificità, a quelle che se ne discostano ampiamente. Lilienfeld (2003), Levelt (1995), Drenth (2003), Williams (2000) e l'Association française pour l'information scientifique hanno infatti definito la PNL come pseudoscienza.

Il New Zeland Cults & Religous Groups List identifica la PNL come un derivato moderno della New Age facente capo ai Large Group Awareness Training Programs. Nello Skeptic's Dictionary la PNL viene sistematicamente destrutturata causa la totale ascentificità delle sue asserzioni e il mero utilizzo di un sistema empatico-amicale per cercare di risolvere le problematiche emergenti nelle sedute.

Massimo Introvigne individua la PNL come una dottrina esoterica e i suoi successivi sviluppi ad opera di Anthony Robbins, “che si è formato in quella singolare zona d’incontro fra tecniche per la felicità individuale ed esoterismo che è la Programmazione Neuro Linguistica (PNL) di Richard Bandler e John Grinder”, come centrali nel movimento Next Age. [8]


ALTRE CRITICHE
A oggi la PNL è oggetto di accese discussioni in molti paesi del mondo.

è "un sottoprodotto" della psicologia moderna in quanto, prende spunto da diversi approcci psicologici.
Alcune tecniche di PNL, che vengono insegnate nei corsi non riconosciuti dallo stato, sono anche insegnate nelle scuole di specializzazione quadriennali frequentate da professionisti. Quindi strumenti prettamente psicologici possono essere utilizzati anche da coloro i quali non sono nè medici nè psicologi;
la qualità e la durata dei corsi di PNL è difficilmente verificabile, comunque permette ad una qualunque persona di ritenersi pronta ad affrontare clienti con gravi disagi psicologici dopo un corso di formazione di un numero ancora non precisato di giorni;
non è applicabile a tutti i casi di disturbi, turbe o malattie mentali;
appare più che un metodo efficiente di gestione della comunicazione, un grande fenomeno di marketing[senza fonte];
se da un lato diffonde teorie psicologiche moderne, dall'altro il suo renderle "commerciabili" rischia di inficiare i modelli terapeutici delle scuole sistemiche, strategica, ipnoterapiche e olistiche[senza fonte];
la critica non è tanto sulla diffusione in grande scala di tecniche comunicative, ma sulla applicazione di queste tecniche in contesti terapeutici da chi terapeuta non è. È un grave problema etico e pratico che qualcuno sfrutti lo sviluppo della psicologia moderna (volta alla salute e, quindi, non più alla guarigione, ma al cambiamento) come il fatto che, non esistendo più il concetto di malattia mentale, il disagio psichico possa essere trattato da non psicologi;
E' stato riscontrato come alcuni corsi di PNL non si limitino ad insegnare ai professionisti come fare meglio il lavoro che già fanno, ma creano nuove professioni che vanno a sovrapporsi a quelle già esistenti.
La critica centrale pare essere non solo, quindi, sulla teoria originale in sé, quanto anche sull'assenza di una regolamentazione per il suo insegnamento e utilizzo. Ognuno può utilizzare tecniche e strumenti psicologici, come la PNL, ma non basta questo per divenire un "professionista" della promozione del cambiamento. E' diverso utilizzare la PNL sul proprio lavoro, che diventare un professionista della PNL. Sembra, piuttosto, che i professionisti della comunicazione e del cambiamento possano rifarsi alla PNL come tecnica da loro utilizzata e, quindi, seguire un percorso per apprenderla. La critica nasce dall'errore logico che taluni fanno considerando questo sottoinsieme della psicologia[senza fonte] come una categoria a parte che non deve sottostare alle norme dell'insieme d'appartenza. L'inserimento della PNL all'interno dei contesti formativi psicologici e delle scuole terapeutiche, permetterebbe a tale tecnica di essere regolamentata deontologicamente e approfondita nell'efficienza del suo metodo. Fintantoché vi sarà questa grande incertezza, la PNL resterà con quest'immagine di teoria tanto frivola da poter essere acquisita in breve tempo anche da persone completamente prive di formazione psicologica o in campo comunicativo. Ecco perché vi sono ancora molti dubbi sulla competenza e la moralità di alcuni che si professano PNL trainer.

Molte incertezze sono sorte inoltre riguardo i numerosi corsi e prodotti diffusi in internet, che fanno supporre il tentativo di attirare persone ingenue proponendo soluzioni dalla dubbia verificabilità, con un sistema pubblicitario che ricorda la ciarlataneria, oltre al fatto di porre problemi di natura etica riguardo determinati prodotti.


PNL E CERTIFICAZIONI
Un problema centrale della PNL è che i titoli conferiti dai vari istituti (practitioner, master, counselor, trainer) possono non essere avvalorati da certificazioni ufficiali che supportino le competenze acquisite. Alcuni certificati recanti la stessa dicitura possono essere infatti conferiti dopo un seminario di tre giorni, come di quindici oppure dopo un semestre. Analogamente ci sono scuole che richiedono il superamento di un esame, alcune che non lo chiedono e altre che lo chiedono solo per i livelli più alti. Inoltre, sempre in Italia, si sono innescate principalmente due tendenze: la prima ha scelto di legarsi alle scuole dei fondatori e degli sviluppatori originari, ritenendo che solo questi abbiano ragione di stabilire ciò che è o non è PNL, la seconda ha scelto invece di sottostare ai parametri di qualità ISO, attraverso la valutazione di apposite società di certificazione di qualità. Di recente a questa prassi si è aggiunta la possibilità di affiliazione ad altri istituti esteri di formazione riconosciuti dall'Unione Europea, dove le stesse qualifiche dichiarate dalla scuola di PNL, a seguito del superamento di apposite sessioni d'esame presso gli istituti esteri, arrivano a corrispondere a degli attestati professionali di livello universitario. [senza fonte]


Note
^ Joseph O'Connor e Ian McDermott, Principles of NLP, Thorsons, 1996
^ Corballis, MC., "Are we in our right minds?" In Sala, S., (ed.) (1999), Mind Myths: Exploring Popular Assumptions About the Mind and Brain Publisher: Wiley, John & Sons. ISBN 0-471-98303-9 (pp. 25-41) see page p.41.
^ Beyerstein, B. 'Distinguishing Science from Pseudoscience', Centre for Professional and Curriculum Development, Dept. Psychology, Simon Fraser University.
^ Heap. M., (1988) Neurolinguistic programming: An interim verdict . In M. Heap (Ed.) Hypnosis: Current Clinical, Experimental and Forensic Practices. London: Croom Helm, pp.268-280.
^ See also Efran and Lukens (1990), claiming that "original interest in NLP turned to disillusionment after the research and now it is rarely even mentioned in psychotherapy"(p.122) -- Efran, J S. Lukens MD (1990) Language, structure, and change: frameworks of meaning in psychotherapy, Published by WW Norton, New York. ISBN 0393701034.
^ Sharpley, CF (1984). Predicate matching in NLP: A review of research on the preferred representational system. Journal of Counseling Psychology, 31(2), 238-248.
^ Heap. M., (1988) Neurolinguistic programming: An interim verdict . In M. Heap (Ed.) Hypnosis: Current Clinical, Experimental and Forensic Practices. London: Croom Helm, pp.268-280.
^ M. Introvigne, P. Zoccatelli, “New Age, Next Age, una nuova religiosità dagli anni ’60 ad oggi”, op.cit., p. 45.

Bibliografia [modifica]
Bandler, R., Grinder, J. La Struttura della Magia. Astrolabio, Roma.
Bandler, R., Grinder, J. La Ristrutturazione. Astrolabio, Roma.
Dilts, R. Creare Modelli con la PNL. Astrolabio, Roma.
Dilts, R. Convinzioni. Astrolabio, Roma
Bateson, G. (1984) Mente e natura, un'unità necessaria. Adelphi, Milano. ISBN 9788845905605
Bateson, G. (1977) Verso un'ecologia della mente. Adelphi, Milano. ISBN 9788845915352
M. Introvigne, P. Zoccatelli, “New Age, Next Age, una nuova religiosità dagli anni ’60 ad oggi”

Collegamenti
Il sito di Richard Bandler
Il sito di John Grinder
Saggio critico sulla PNL di Robert T. Carroll
Il Caso di Corine Christiensen

Voci Correlate
Esoterismo
New Age
Setta
Ciarlatano
Richard Bandler
John Grinder
Modellamento (PNL)
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Programmazione_neuro_linguistica"

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MI è SEMBRATO DEGNO DI NOTA

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Benessere
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Il benessere (da ben – essere = “stare bene” o "esistere bene") è uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell'essere umano.

L'accezione antica che faceva coincidere il benessere con la salute (per lo più fisica) riconducibile approssimativamente ad una condizione di assenza di patologie, ha assunto, nel tempo un'accezione più ampia, arrivando a coinvolgere tutti gli aspetti dell'essere (fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale). Il concetto di una necessaria implicazione nel benessere globale non solo di aspetti psico-fisici, bensì anche di aspetti mentali, sociali e spirituali, oltre che trovare una radice nel pensiero filosofico sia orientale, sia occidentale, trova recenti conferme anche in campo medico - scientifico.

Anche nel rapporto della Commissione Salute dell'Osservatorio europeo su sistemi e politiche per la salute [1] (a cui partecipa il distaccamento europeo dell'OMS) è stata proposta definizione di benessere come "lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società". Come si legge nel Rapporto, tutti e cinque gli aspetti sono importanti, ma ancora più importante è che questi siano tra loro equilibrati per consentire agli individui di migliorare il loro benessere.

Il concetto di benessere è una nozione in costante evoluzione: seguendo la piramide di Maslow, col passare del tempo la realizzazione dei bisogni fondamentali e di alcuni desideri considerati un tempo difficilmente raggiungibili porta alla nascita di altri bisogni e desideri.

Indice [nascondi]
1 Il benessere nella legislazione
2 Implicazioni a livello individuale



Il benessere nella legislazione
Il primo impegno a porre in essere una strategia globale della salute per tutti, assunto dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), risale al 1978 con la Dichiarazione di Alma Ata e prende forma con la "Carta di Ottawa" [2] (Conferenza Internazionale per la Promozione della Salute del 1986): stabilisce la definizione del concetto di promozione della salute come risorsa della vita quotidiana che mira al benessere.

In tale documento viene chiarito che la promozione della salute deve portare a condizioni di vita e di lavoro sicure, stimolanti, soddisfacenti, alla protezione degli ambienti naturali e artificiali, alla conservazione delle risorse naturali; deve consentire una valutazione sistematica degli effetti dell'ambiente sul benessere delle persone e garantire strategie e azioni mirate ad indurre cambiamenti nel singolo e nella collettività.

La promozione della salute e del benessere passa quindi necessariamente attraverso mutamenti nell'organizzazione sociale e ambientale e l'adozione di politiche pubbliche coordinate e tese a favorire e sviluppare beni e servizi più sani, ambienti igienici e non pericolosi, attraverso cambiamenti legislativi coerenti [3].

In fermento è la situazione legislativa in Italia (proposte di legge Lucchese e Pellegrino) dove la difficoltà di raggiungere un accordo a livello nazionale[senza fonte] ha incentivato l'emanazione di varie leggi a livello regionale[senza fonte] che mirano, tra l'altro a definire e regolamentare le "discipline bio-naturali del benessere"[senza fonte]. Queste Leggi Regionali sono però attualmente oggetto di ricorso relativamente alla competenza delle regioni all'individuazione delle figure professionali ad esse collegate. [senza fonte]


Implicazioni a livello individuale
La ricerca del benessere, oggi identificato anche con il termine inglese di wellness, ha portato allo sviluppo di un settore commerciale-turistico che mira a far raggiungere ai propri clienti uno stato di completo relax con diversi trattamenti, da quelli tradizionali (ad esempio sauna, massaggi, yoga) a quelli legati alla medicina alternativa o a pratiche genericamente di estrazione new age.

A differenza della medicina tradizionale, che persegue principalmente il benessere fisico del corpo, queste tecniche, ad oggi prive di fondamento scientifico, mirano ad ottenere effetti migliorativi anche sugli altri aspetti dell'essere umano

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